Centinaia di rotoli papiracei preservati a Ercolano dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e appartenenti all’unica biblioteca antica in nostro possesso, sono stati scoperti a metà del XVIII secolo e sono in gran parte conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Il compito cruciale oggi è la lettura virtuale del testo contenuto nei rotoli, senza doverli svolgere meccanicamente e, quindi, mettere a rischio la loro integrità.A tale scopo un team internazionale di ricercatori, guidato dal Nanotec-Cnr e Iliesi-Cnr, ha messo a sistema competenze diverse: dalla fisica alla matematica all’ingegneria fino alla papirologia, alla paleografia e alla filologia classica. Sono state coinvolte infrastrutture diverse, come l’installazione Europea di luce di sincrotrone in Francia (ESRF), il laboratorio di tomografia del Nanotec-Cnr a Roma e il laboratorio di fisica dell’Università della Calabria e l’Università di Roma Tor Vergata. Due rotoli ercolanesi della Biblioteca Nazionale sono stati analizzati con una tecnica avanzata di tomografia a raggi X (tomografia a contrasto di fase con luce di sincrotrone), e algoritmi dedicati di analisi dei dati sviluppati ad-hoc dal team Nanotec-Cnr hanno permesso, per la prima volta, di svolgere virtualmente i papiri e di rivelare il testo greco nascosto al loro interno.
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